I Borboni sconfitti nuovamente... la dinastia nel degrado


L'Italia è ancora come la lasciai, ancora polvere sulle strade, 
ancora truffe al forestiero, si presenti 
come vuole. 
Onestà tedesca ovunque cercherai invano, 
c'è vita e animazione qui, ma non ordine e disciplina; 
ognuno pensa per sé, è vano, dell'altro diffida, 
e i capi dello stato, pure loro, pensano solo per sé. 
Bello è il paese! Ma Faustina, ahimè, più non ritrovo. 
Non è più questa l'Italia che lasciai con dolore. 
J.W Goethe 


La dinastia dei Borboni, tanto amata e tanto odiata,ha nei secoli lasciato le sue tracce nel territorio del Mezzogiorno, con le sue luci e ombre.
Quest'anno per motivi di lavoro mi sono riaffacciata alla loro storia ed alle loro opere. La prima cosa a cui ho pensato, la politica di allora è identica a quella di oggi. Lassismo, favoritismi, meritocrazia inesistente.
Tanto avrebbero potuto fare, ma per quel poco che hanno fatto, sono riusciti a rendere il Sud di allora all'avanguardia nei trasporti, nella gestione delle terre. 
Girovagando per le Terre da loro conquistate e gestite ancora oggi è possibile vederne gli sfarzi. Opere sia materiali che immateriali, cultura tradizioni.

Uno dei gioielli che ci hanno lasciato in eredità è la splendida Reggia di Caserta con tanto di Parco annesso.
Un'opera che fa mozzare il fiato. O almeno questo potrebbe essere la sensazione che una persona prova quando arrivando davanti all'area antistante si imbatte nella  distesa di prato e giardini danno in benvenuto.

Sensazione che subito viene meno appena si percorre il selciato  principale che porta all'ingresso della Reggia, dove si è braccati da ambulanti, o se va meglio si rischia di inciampare nella loro mercanzia.
Arrivati all'ingresso  il fiato si ferma, una maestosità  che ti racconta di nobili, di feste di ricevimenti. 
Ma anche in questo caso si viene subito riportati sulla terra,si viene assaliti da  ambulanti che vogliono venderti  mercanzia di infima qualità e pure contraffatta: libretti, calamite strofinacci, non solo, se non bastasse questo, quello che ti destabilizza del tutto è il personale della biglietteria maleducato, scarsamente professionale, e a volte anche arrogante.
Per trovare delle informazioni, non ci si rivolge ai tanti addetti seduti, e pure in malo modo, agli ingressi di alcune stanze ma ad una simpatica signora che si occupa delle pulizie. Molto eclettica e vulcanica, con uno strano accento della terra di lavoro, fornisce tutte le informazioni necessarie condite anche con curiosità e aneddoti, facendosi comprendere  benissimo anche ai turisti ( quei pochi che gironzolavano nella struttura nei giorni precedenti il Ferragosto).
      



Una emozione ti riassale quando ti approcci a salire lo scalone di marmo, dove già pregusti ciò che potrai ammirare andando  negli appartamenti reali,  ma  che a che fare con la meraviglia che troverai 
Stanze con opere d'arte che ti riportano ai fasti dell'epoca, dove si è fatta la storia, dove sono state decise le sorti dell'Italia meridionale.
Dove l'estro creativo di Vanvitelli si è espresso, e dove la politica ( nel senso ampio del termine) sta cercando di distruggere. Dove la fa da padrone  il lassismo, la mancanza di entusiasmo


  

Ma la vera bellezza, quella che ti mozza il respiro è quella che si apre sul parco dove specie arboree di vario tipo si affiancano a quelle delle opere murarie e artistiche. 
Distese di prato a perdita d'occhio in cui sono inseriti specchi d'acqua. Che ti raccontano i giochi che venivano fatti all'epoca della reggenza, ma dove oggi è possibile passeggiare o fare footing/ Jogging 








Luoghi dove l'estro creativi di Vanvitelloi ha potuto emergere in tutta la sua maestria, ma dove la politica ( nel senso più ampio del temine) sta distruggendo. Dove lassismo, menefreghismo, apatia stanno riuscendo dove neanche le guerre Mondiali ci sono riuscite ad abbattere un pezzo di storia che il mondo ci invidia.
La Reggia è infatti sin dal 1997 inserita nel Patrimonio immateriale dell'Unesco.
Dove basterebbe solo un pizzico della maestria del Vanvitelli per far si che che visita questo splendore uscendo non esca con un senso di amaro in bocca per quello che poteva essere e non è.

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